La superiorità tecnica delle macchine italiane è apparsa di solare evidenza nella corsa delle 250 cc. in cui avevano di fronte non soltanto le Horex di Gablenz ma soprattutto le due D.K.W. bicilindriche pilotate da gente come Kluge e Wùnsche.
Ha vinto la Moto Guzzi con Anderson; vittoria ineccepibile ma che avremmo preferito che fosse stata ottenuta col concorso di un pilota italiano. Invece sin dai primi giri la macchina di Ruffo ha accusato disturbi di accensione e la bialbero quattro valvole di Lorenzetti dapprincipio appariva in lieve ma evidente difficoltà di carburazione, poi spiegata dal montaggio della vaschetta ad un livello diverso dal normale, causa la sostituzione all’ultimo momento del trave anteriore del telaio.
Cosicché mentre Anderson di giro in giro aumentava il suo vantaggio,Lorenzetti si è trovato alle costole la Benelli pilotata da Graham che benché nuovo alla guida della bialbero pescarese (l’aveva provata per qualche giro solo alla vigilia) ci si era trovato subito benissimo. Lorenzetti e Graham infatti si sono spesso alternati in seconda posizione, e va detto che dopo pochi giri la Benelli era rimasta con la quinta marcia bloccata, la qual cosa ovviamente ne minorava le possibilità.
Fu solo nella seconda metà gara che Lorenzetti riuscì a trovare la miglior carburazione possibile compatibilmente con il difettoso montaggio della vaschetta, la qual cosa gli consentì solo di liberarsi dell’incomoda compagnia di Graham ma di stabilire anche il miglior tempo sul giro ed accorciare il distacco su Anderson che peraltro ormai al sicuro rallentava la sua andatura.
Vittoria netta, quella della Moto Guzzi, che conferma e ribadisce lo stato di grazia delle sue “Gambalunghino” anche se quella di Ruffo s’è dovuta ritirare per un occasionale disturbo d’accensione. La nuova bialbero a quattro valvole di Lorenzetti, sebbene minorata dall’inconveniente succitato, è apparsa anch’essa molto veloce e soprattutto guarita dalle noie che l’avevano un po’ tormentata nelle precedenti sue prestazioni sperimentali.
Ma grandissimi progressi ha fatto anche la Benelli, visto che s’eppure senza poter utilizzare la quinta velocità del suo cambio ha resistito a lungo nella scia di Lorenzetti; la bravura di Graham ha avuto il suo peso nella promettente prestazione della macchina pescarese, ma è indubbio che le sue possibilità sono ormai molto vicino a quelle delle macchine di Mandello. La seconda Benelli, pilotata da Ciai, in ritardo sin dal primo giro per cambio di candela, si è poi fermata del tutto, per guasto alla sospensione; ma anche Ciai ha fornito giri molto veloci che fanno onore al pilota e confermano le doti della macchina.
Le D.K.W. sono rimaste nelle prestazioni previste, cioè ottime macchine ma non ancora in condizioni di inquietare le nostre; impegnate a fondo hanno accusato parecchi disturbi, specie all’accensione. Sorprendente e commovente la gara di Montanari che sulla sua vecchia e tartassata macchina ha lottato con la D.K.W. di Wùnsche riuscendo a superarla al settimo giro; si pensi che per evitare le proiezioni dell’olio sulla ruota posteriore Montanari aveva legato uno straccio al telaio sotto la testa del motore, e che i perni della forcella denunciavano un gioco allarmante; con tutto questo Montanari è arrivato quarto ed unico non doppiato; un pilota che meriterebbe davvero maggior fiducia da parte delle nostre Case parecchie delle quali sono sempre alla ricerca di piloti d’ottima classe. Generosa anche la prova di Greco sulla sua personale Parilla.
La giornata di sole ha consentito alle macchine ed ai piloti di ottenere medie sbalorditive che battono largamente tutti i records precedenti, parecchi dei quali resistevano sin dall’anteguerra.
Organizzazione in grande stile, anche se alquanto pignola secondo l’uso degli svizzeri tedeschi. La F.M.I. era rappresentata dall’ing. Lurani.